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Lo ha messo nero su bianco il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Trieste non ha diritto ai 48 milioni del PNRR per l’impianto di risalita che il Sindaco e qualcuno dei suoi accoliti volevano realizzare per collegare la città al ciglione carsico snaturando l’omogeneità urbanistica e architettonica di una parte della città e distruggendo un bel pezzo di bosco tutelato da Natura 2000. Sarebbe stato il più grosso finanziamento ottenuto negli ultimi 30 anni dalla città per un singolo progetto.

Ma perché l’Europa eroghi i fondi ci sono regole da rispettare e sui siti tutelati da Natura 2000 le norme sono stringenti e questo progetto non pare le abbia rispettate. Già il 22 luglio l’Unità di Missione del Pnrr aveva evidenziato al ministero “criticità inerenti l’attuazione dell’intervento in ambito Pnrr” in quanto “la Valutazione di Impatto Ambientale di II livello ha avuto esito negativo” e a niente sono serviti i tentativi della Regione di metterci una pezza con una nuova Valutazione.

In questi quattro anni di polemiche il Sindaco di centro-destra Roberto Dipiazza ha continuato a svillaneggiare chi si opponeva, fossero grandi manifestazioni di piazza, le lunghe file per firmare una richiesta di referendum (che era poi riuscito a impedire), le 10.000 firme sulla petizione per il Parlamento europeo, o il lavoro certosino e tenace di tanti professionisti e tecnici e cittadini al fianco del Comitato No Ovovia, nato alle prime avvisaglie di un progetto che si riteneva inutile per la mobilità cittadina e insopportabilmente impattante per il territorio. Un lavoro meticoloso di monitoraggio della documentazione per produrre osservazioni o, dall’anno scorso, presentare ricorsi ottenendo anche, questa primavera, una sentenza favorevole dal TAR che, ancora proprio sulla VINCA, non poteva non richiamarsi alle norme europee.

È complicato entrare nel merito dei progetti legati al PNRR anche perché “il Governo li ha blindati” accusa William Starc, Presidente del Comitato NoOvovia: “La magistratura contabile non ha alcuna competenza finché le opere non sono concluse. È un vulnus grave. Vuol dire che si può intervenire solo quando ormai il danno è fatto. E c’è coerenza, è stato abolito anche l’abuso d’ufficio, sembra ci debbano essere degli impunibili”

È stato il Consigliere regionale Francesco Russo, già senatore del PD, a rendere pubblico il documento del Mit che sancisce il de profundis dei fondi PNRR e solo a quel punto il sindaco Dipiazza ha dovuto ammettere pubblicamente che quei milioni non c’erano più. Niente di nuovo, in una storia che non ha avuto come caratteristica la trasparenza. Lo aveva ribadito da poco in una intervista anche William Starc: “Gli atti non si trovano all’Albo, occorre fare sempre il giro degli Uffici, vivere di continue richieste formali di accesso e anche questa è una lesione della democrazia”. “È grave che Sindaco e Giunta abbiano scelto di nascondere il documento per settimane” rincara Russo “ma è esattamente come fecero a inizio anno quando dovetti chiedere un accesso agli atti per scoprire che lo stesso Ministero aveva dato parere negativo proponendo, in alternativa, una metropolitana leggera (che era dall’inizio la nostra proposta!)”.

Poca evidenza documentale ma molti rendering che il Comune ha utilizzato a piene mani “sempre imprecisi o contradditori” sottolinea Starc: “Così si pubblicizzano dei falsi. Il Comune non ha mai mostrato la ferita tremenda che la cabinovia infliggerebbe con l’abbattimento dei cedri secolari intorno al Faro o il necessario disboscamento che sfacelo così evidente che gli ultimi ricorsi sono stati presentati da Lipu, Legambiente e WWF nazionali”

Un bel guaio, anche economico, che già incombe sulla testa dei triestini: chi ripianerà le spese già sostenute dal Comune, almeno un milione di euro, per studi consulenze e avvocati? Venerdì conferenza-stampa del Comitato No Ovovia che proverà a riproporre il progetto di una metropolitana leggera che, quella sì, potrebbe riuscire a rimettere in campo il PNRR garantendo davvero un miglioramento della mobilità urbana anche certamente più green.

La città ha già dimostrato di essere al fianco del Comitato ma non è detto che la guerra sia finita perché è ancora il Sindaco che non intente mollare la “sua” cabinovia: “Il progetto non si ferma. Per me non è cambiato niente” ha dichiarato e poi, ottimista: “Martedì prossimo sarò a Roma per definire nuovi finanziamenti con il ministero“. Sarebbe davvero curioso se il Governo, mentre fatica a trovare coperture per la legge di bilancio, trovasse “finanziamenti alternativi” per un progetto che non serve a nessuno, che nessuno vuole e che confligge con normative italiane ed europee.

 

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