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InnovUp, Assolombarda e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I), con il supporto di Unione Industriali Torino e Confindustria Genova, hanno presentato il primo studio di mercato sull’impatto occupazionale della filiera dell’innovazione italiana. L’evento si è svolto durante l’Italian Tech Week di Torino, evidenziando l’importante contributo delle startup al panorama economico e occupazionale del Paese.

Lo studio ha analizzato l’evoluzione del settore dell’innovazione dal 2012 ad oggi, mostrando dati estremamente positivi. In questo arco di tempo, le startup italiane hanno generato oltre 63.000 posti di lavoro diretti, contribuendo al 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale.

Tra il 2012 e il 2023, le startup innovative italiane hanno coinvolto 87.100 soci e registrato un aumento occupazionale del 126% nei primi cinque anni di vita, un dato superiore rispetto alle nuove imprese tradizionali (117%). Tra i protagonisti di questa crescita ci sono le cosiddette “Gazzelle”, startup caratterizzate da un elevato tasso di crescita, che nel 2022 hanno creato 4.609 posti di lavoro.

L’importanza economica del settore è evidente: nel 2022, le startup innovative hanno generato un fatturato complessivo di 11,7 miliardi di euro, cifra che nel 2023 è salita a 12,8 miliardi.

Le regioni del Nord Italia, in particolare Lombardia, Liguria e Piemonte, si confermano come i principali poli di sviluppo economico e tecnologico del Paese. In queste regioni risiede oltre un terzo delle startup italiane, che impiegano 25.237 dipendenti, pari al 43,4% del totale nazionale.

Un altro dato significativo emerso dallo studio riguarda il valore del mercato dei servizi professionali di Open Innovation, stimato intorno ai 3 miliardi di euro. Questo settore si sta affermando come uno degli asset più rilevanti per la maturazione delle idee imprenditoriali e per il trasferimento tecnologico in Italia.

Nonostante i risultati, il settore delle startup italiane deve affrontare ancora alcune sfide: l’accesso ai capitali e la burocrazia. Il 40% delle startup ha ottenuto finanziamenti compresi tra 100.000 euro e 1 milione di euro, mentre solo il 10% ha superato il milione. Tuttavia, il potenziale di crescita è elevato, con il 62% delle startup che ha registrato un incremento delle risorse umane superiore al 25% nell’ultimo anno.

Federico Chiarini, vicepresidente di Assolombarda con delega alle startup, ha sottolineato «la rilevanza del settore, documentata dai dati e dai trend illustrati quest’oggi, impone a tutti noi di continuare a lavorare per favorire lo sviluppo delle start-up, quale motore per la crescita e la sostenibilità del nostro Paese nel medio-lungo periodo. Come recentemente sottolineato da Draghi nel suo report sulla competitività europea, nel quale ha messo al centro l’innovazione quale leva fondamentale per recuperare il gap di crescita e produttività con USA e Cina, solo attraverso significativi investimenti in questo settore potremo ambire ad un ruolo di leadership nel futuro. Se già oggi, con solo lo 0,06% del PIL investito in Venture Capital (7,4 miliardi dal 2012), le nostre startup e PMI innovative hanno creato 210.000 posti di lavoro e 23,1 miliardi di fatturato, i risultati potrebbero più che raddoppiare se raggiungessimo la media europea di investimenti in questa asset class (0,25%-0,30% del PIL)”. Per farlo, però, è fondamentale che i nostri ampi risparmi privati – oltre 5.000 miliardi – siano investiti nell’economia reale del Paese e che questo sia accompagnato da politiche ambiziose per il settore»

Barbara Graffino, presidente dei Giovani Imprenditori di Unione Industriali Torino, ha dichiarato: «Il settore delle start-up innovative rappresenta oggi un fattore di crescita fondamentale per il futuro del Paese: nel dinamismo e nella capacità di visione di questa nuova imprenditoria risiede l’energia vitale in grado di muovere il motore di quella trasformazione creativa di cui avvertiamo tutti il bisogno. In essa risiedono le capacità per aumentare la nostra competitività, generare nuovi posti di lavoro di qualità e promuovere uno sviluppo sostenibile. Ma per far sì che tale potenziale si realizzi pienamente, è necessario alimentare un ecosistema che sostenga e valorizzi gli attori del cambiamento, in particolare, investendo nell’educazione all’imprenditorialità e fornendo alle nuove generazioni gli strumenti e le opportunità per dare vita alle proprie idee e contribuire alla costruzione dell’Italia di domani».

Vittoria Gozzi, Vicepresidente di Confindustria Genova con delega a Start Up e Formazione, ha affermato: «Genova e la Liguria si confermano protagoniste nell’ecosistema dell’innovazione italiano. I dati presentati oggi dimostrano come le startup della nostra regione siano un motore cruciale per la creazione di occupazione e lo sviluppo economico, generando valore e nuove opportunità per i giovani talenti. Confindustria Genova continuerà a sostenere iniziative che facilitino l’accesso a risorse e competenze per le nostre imprese innovative, con l’obiettivo di rendere Genova un polo di riferimento nazionale ed europeo per l’innovazione e la formazione imprenditoriale. Crediamo fermamente che investire in formazione e nella cultura dell’innovazione sia la chiave per garantire un futuro di crescita sostenibile e competitivo».

Infine, Cristina Angelillo, presidente di InnovUp, ha evidenziato: «La nostra analisi evidenzia l’importanza del settore per il futuro del Paese. Futuro a cui guarda con positività il 70% delle startup intervistate, che si dichiarano soddisfatte del proprio percorso di crescita, un dato incoraggiante che offre prospettive positive per lo sviluppo del settore. Tuttavia, restano fondamentali politiche mirate a facilitare l’accesso ai finanziamenti e a introdurre agevolazioni fiscali sugli investimenti. Allo stesso modo, è cruciale supportare la ricerca e sviluppo, oltre alle nuove assunzioni, per dare slancio agli innovatori del nostro Paese. In questo contesto, ribadiamo l’importanza di mantenere un dialogo costruttivo con il Governo, a partire dal miglioramento, in fase di conversione, delle misure dedicate alle startup contenute nel cosiddetto DDL Concorrenza e attraverso il completamento del cosiddetto Startup Act 2.0 nei prossimi veicoli normativi, al fine di assicurare al settore innovativo un ruolo sempre più centrale all’interno dell’economia italiana».

Lo studio conferma che il settore delle startup italiane non è solo in crescita, ma rappresenta un motore fondamentale per l’economia del Paese. Con politiche di supporto e investimenti mirati, le startup innovative continueranno a giocare un ruolo centrale nello sviluppo economico e tecnologico dell’Italia, gettando le basi per un futuro imprenditoriale sempre più solido e competitivo.



 

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