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Se è pacifico che il superbonus potrà trovare applicazione anche sulle spese sostenute per gli interventi agevolati nel 2025 (nella misura del 65%, salve le “enclave” degli eventi sismici e delle RSA per le quali si mantiene l’originario 110%), qualche apprensione può sorgere, negli operatori più accorti, circa i tetti massimi di spese agevolate da assumere a riferimento per l’anno 2025 relativamente agli interventi di efficienza energetica “trainati” e agli interventi di riduzione del rischio sismico di cui, rispettivamente, ai commi 2 e 4 dell’art. 119 del DL 34/2020.

Infatti, mentre per gli interventi di efficienza energetica “trainanti” e per gli interventi “trainati” di installazione di impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici i commi 1, 5, 6 e 8 dell’art. 119 del DL 34/2020 individuano direttamente i rispettivi tetti massimi di spesa agevolata, l’individuazione dei tetti massimi di spesa agevolata, per gli interventi di efficienza energeticatrainati”, è rinviata dal comma 2 dell’art. 119 ai “limiti di spesa previsti, per ciascun intervento di efficienza energetica, dalla legislazione vigente”, rinvenibile a tutt’oggi nell’art. 14 del DL 63/2013.

Per quanto riguarda poi gli interventi di riduzione del rischio sismico, il comma 4 dell’art. 119 rinvia integralmente “ai commi da 1-bis a 1-septies dell’articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63”, disciplinando in via diretta solo la percentuale della detrazione spettante sulle spese agevolate.

Con riguardo agli interventi di efficienza energetica “trainati”, il rinvio del comma 2 dell’art. 119 alla “legislazione vigente” può ingenerare il legittimo dubbio che l’eventuale mancata proroga della disciplina dell’ecobonus recata dall’art. 14 del DL 63/2013, oppure la sua proroga con però modificazioni ai tetti di spesa agevolata ivi previsti in relazione ai diversi interventi di efficienza energetica, debba “automaticamente” riflettersi nell’applicazione del superbonus al 65% o al 110% sulle spese agevolate sostenute nel 2025.

Con riguardo agli interventi di riduzione del rischio sismico, la circostanza che la costante prassi dell’Agenzia delle Entrate abbia affermato l’unicità del plafond di 96.000 euro, per l’applicazione del bonus casa di cui all’art. 16-bis del TUIR e per l’applicazione del sismabonus di cui ai comma 1-bis e seguenti dell’art. 16 del DL 63/2013, può ingenerare il legittimo dubbio che l’eventuale ritorno a partire dal 2025 del plafond ordinario di 48.000 euro del bonus casa debba “automaticamente” riflettersi nell’applicazione del superbonus al 65% o al 110% sulle spese agevolate sostenute nel 2025 (si veda “Recupero edilizio al 50% sino alla fine del 2024” del 25 settembre 2024).

In verità, per quanto concerne gli interventi di riduzione del rischio sismico, questo dubbio, per quanto legittimo, appare destituito di ogni pregio, posto che il tetto massimo di spesa agevolata di 96.000 euro è disciplinato dal comma 1-bis dell’art. 16 del DL 63/2013 in via diretta e non mediante rinvio alla disciplina del bonus casa di cui all’art. 16-bis del TUIR (circostanza normativa che, peraltro, testimonia l’errata impostazione sul punto della costante prassi dell’Agenzia delle Entrate circa l’asserita unicità del plafond di spesa agevolata riferito alle due distinte agevolazioni, fermo restando che è invece corretto affermare che i meri lavori di completamento degli interventi di consolidamento statico delle strutture, in quanto tali, non possono essere agevolati con il bonus casa laddove il plafond sismico di spesa risulti già interamente utilizzato).

Più delicata, dato letterale delle norme alla mano, è la questione concernente gli interventi di efficienza energeticatrainati”, laddove la mancata proroga della disciplina vigente in materia di ecobonus, oppure la sua proroga con modifiche più o meno significative, porti sul 2025 a modifiche dei tetti di spesa agevolata vigenti sino a fine 2024 o addirittura all’esclusione di taluni interventi dal novero di quelli agevolati.

Esistono tuttavia ragioni di diritto e considerazioni di carattere sistematico su cui sembrerebbe possibile far leva per affermare, anche in questo caso, che eventuali mancate proroghe o modifiche peggiorative non dovrebbero pregiudicare il mantenimento dei tetti massimi di spesa previsti dalla legislazione vigente al momento del deposito della CILA-S o, nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione, del deposito della richiesta di PdC o della Super-SCIA.

Ciò non di meno, l’incertezza sul futuro quadro normativo di riferimento per la disciplina dell’ecobonus di cui all’art. 14 del DL 63/2013, unita alle incertezze generate dalla prassi dell’Agenzia delle Entrate sulla asserita unicità del plafond di spesa agevolata ai fini del bonus casa di cui all’art. 16-bis del TUIR e del sismabonus di cui all’art. 16 del DL 63/2013, renderebbe oltremodo opportune, nelle prossime settimane, una adeguata “sensibilità” normativa da parte del legislatore e una disponibilità a chiarimenti espressi da parte dell’Agenzia delle Entrate.

 

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